I tempi di definizione di una causa civile aumentano. Peggio di noi nella Ue solo Cipro e Malta
Se i processi durassero un tempo ragionevole lo scandaloso fenomeno delle prescrizioni, in Italia, semplicemente non esisterebbe. Purtroppo i dati sulla durata dei processi e sul numero delle prescrizioni non lasciano affatto ben sperare.
L’eccessiva durata dei processi in Italia
Cominciamo con i giorni necessari per definire un processo civile in primo grado. Il grafico qui sopra mostra che se nel 2010 in Italia occorrevano 490 giorni, nel 2012 questo dato è aumentato a 590 giorni e nel 2013 ha sfondato quota 600 giorni. Ovviamente si tratta di una media, perché in Italia ci sono tribunali che vanno speditamente e altri che non riescono nemmeno a smaltire l’arretrato e, anzi, ne accumulano ogni anno di più. In altre parole la durata dei processi civili in Italia sta aumentando, e anche il confronto con gli altri Paesi europei è impietoso: peggio di noi fanno solo Cipro e Malta: tutti i nostri partner hanno tempi di risoluzione delle cause civili molto più brevi.
Con tempi così lunghi è ovvio che anche i segnali di prescrizioni aumentano. Nel grafico sotto (la cui fonte è il ministero della Giustizia) sono indicati il numero di casi che non possono essere più discussi per decorrenza dei termini. Il fenomeno, appunto, anche in questo caso è in aumento e ciò che deve far riflettere è che le prescrizioni avvengono soprattutto nei primi gradi di giudizio, compreso nel tribunale di appello.
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[responsive_vimeo 145132808]In questa situazione è evidente che non solo la giustizia in sé soffre di legittimità; che i cittadini non riescono a trovare soddisfazione alle loro richieste e che ad avvantaggiarsi di questa situzione sono i colpevoli, ma è anche chiaro che uno degli effetti collaterali di un sistema giudiziario che non funziona è che l’economia ne soffre perché le aziende che intraprendono delle cause civili difficilmente riusciranno ad ottenere giustizia nei tempi compatibili con il ritmo dell’economia. E’ stato calcolato che ogni anno le aziende italiane perdano 1 miliardo l’anno per colpa di una giustizia ingiusta. Un ulteriore danno collaterale sono le cause che i cittadini intraprendono contro lo Stato proprio per ottenere i dovuti risarcimenti, obbligatori in caso sia di eccessiva durata dei processi sia per l’eventuale ingiusta detenzione.
I dati si riferiscono al: 2010-2013
Fonte: Commissione europea
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Corruzione, le indagini sono inutili
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