Quanto dura un contratto a termine in Europa

In Italia 19% vale al massimo tre mesi e solo il 4,4% da uno a due anni


Il grafico mostra la percentuale di contratti a termine che durano meno di tre mesi (barra azzurra), da 4 a 6 mesi (barra arancione), da 7 a 12 mesi (barra verde), da uno a due anni (barra rosa) e più di due anni (barra viola), in ciascun Paese dell’Unione Europea e nella Ue a 28 nel suo complesso. La barra nera indica invece la percentuale di contratti sulla cui durata mancano informazioni.

Contratti a tempo determinato a go-go

Come si vede, il 25% dei contratti a termine nell’Ue dura dai 7 ai 12 mesi. Il dato è da leggere però con le dovute accortezze, sia perché mancano dati attendibili su più del 10% dei contratti, sia perché le differenze tra i singoli paesi sono enormi.
In Austria (44,4%), a Cipro (40,3%) e in Germania (39,3%) i contratti a tempo determinato di oltre due anni sono molto diffusi. Al contrario, in Spagna (58,5%) e in Lituania (52,6%) la regola è assumere a termine per meno di tre mesi.

Precari assunti

Sulla durata dei lavori stagionali e delle prestazioni occasionali l’Unione Europea non raccoglie dati e questo spiega l’alta percentuale di contratti sulla cui durata mancano informazioni. Ad esempio, non abbiamo dati sulla durata del 62,1% dei contratti a termine in Olanda, tra l’altro l’unico Paese dove meno del 50% dei lavoratori è risultato avere un contratto a tempo indeterminato.

È stata classificata come sconosciuta anche la durata del 41,5% dei contratti a termine nel Regno Unito, dove però il passaggio al tempo indeterminato avviene nel 67,7% dei casi. Nei Paesi Bassi, invece, il tasso di passaggio da un contratto a termine al posto fisso è molto basso: 12,2%.

Precari in Italia

Per quanto riguarda l’Italia i dati sono più chiari e, anche se si riferiscono al 2014 (ultimo anno in cui Eurostat ha potuto fare un raffronto tra i vari Paesi) sono molto interessanti. Bisogna considerare, innanzitutto, che nel nostro Paese esistono diversi tipi di contratti a termine come, ad esempio, quelli in somministrazione, a chiamata o di apprendistato. Questi tipi di contratto sono stati poi superati con l’approvazione del Jobs Act, che ha eliminato l’articolo 18 per i neoassunti introducendo il contratto a tempo determinato a tutele crescenti.

La durata dei contratti a tempo determinato

Nel nostro paese il 19,2% dei contratti a termine dura 3 mesi, il 22,3% 4-6 mesi, il 32,2% 7-12 mesi e il 14,3% oltre due anni. Sono rari (4,4%), invece, i contratti che durano da uno a due anni. La percentuale di contratti a termine dalla durata sconosciuta sono stati solo il 7,7%.  Quanti di questi contratti a tempo diventano poi contratti a tempo indeterminato? Il 21% . Considerando altri Paesi europei, non è poco.

I dati si riferiscono al 2014
Fonte: Eurostat

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