Ecco quanto sono competitive le regioni italiane

Tra il 2010 e il 2016 solo Basilicata e Val d’Aosta hanno guadagnato posizioni nella Ue

Il grafico sopra indica quanto sono competitive le regioni italiane, ovvero l’andamento storico della competitività e la variazione nel ranking europeo intervenuto tra il 2010 e il 2016.

Quanto sono competitive le regioni italiane

Per leggere correttamente il grafico bisogna precisare che più è alto il ranking, minore è la competitività di ogni singola regione e se la linea rossa è più lunga della linea blu, significa che quella regione ha perso competitività tra il 2010 e il 2016 scendendo nella classifica europea della competitività territoriale. Il fatto è che, purtroppo nel lasso di tempo considerato,  ci sono solo due regioni che hanno scalato la classifica europea, e sono la Basilicata, che ha migliorato la propria competitività si un solo punto, passando dalla posizione numero 227 del 2010 alla 226 del 2016, e la Val d’Aosta, dalla 178 alla 177 . Oltre alla Basilicata e alla Val d’Aosta un leggero passo avanti lo ha fatto la provincia autonoma di Bolzano che è passata dalla 173esima alla 160esina posizione. Tutte le altre Regioni italiane hanno peggiorato la propria competitività rispetto alle Regioni concorrenti del resto d’Europa.

La peggiore performance è della Liguria che nel 2010 era alla posizione 146 e in 6 anni è scivolata di ben 21 posizioni cadendo a 167. Ma anche le Regioni che tradizionalmente sono da traino per l’economia italiana, come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna, sono peggiorate. La Lombardia, in tre anni, è passata dalla posizione numero 128 a 143 perdendo 15 posizioni. Il Piemonte è passato da quota 152 a quota 163 e il Veneto da 158 a 169.

Le migliori Regioni europee ci battono per competitività

Visti questi numeri un altro dato, seppur negativo, potrebbe essere consolatorio. La competitività delle Regioni italiane tra il 2016 e il 2013 è rimasta identica. Ovvero: nessuna regione italiana ha perso posizioni ma nemmeno ne ha guadagnate. Calma piatta sul fronte della competitività, insomma, negli ultimi tre anni: né passi avanti né passi indietro da parte di nessun territorio italiano.

Su un lasso di tempo più lungo, invece, come abbiamo visto, le cose vanno molto peggio con riflessi che non possono avere che conseguenze negative sul fronte dell’occupazione perché se un territorio non è competitivo nel suo complesso molto difficilmente lo possono essere le imprese che lì hanno sede. La competitività d’impresa dipende anche dall’ambiente nel quale è inserita: basti pensare alla produttività.

Cosa manca all’Italia per crescere

Per compilare la classifica, La Dg Regio, una delle direzioni della Commissione Europea, ha preso in considerazione diversi parametri tra i quali uno di più importanti è la qualità delle infrastrutture, oltre all’istruzione e alla facilità di fare business in un dato territorio e la sua capacità di innovazione.

Il fatto che tra il 2010 e il 2016 le Regioni italiane abbiano perso terreno, tutte tranne due e una provincia autonoma, non significa necessariamente che abbia peggiorato i propri parametri, ma significa certamente che le altre Regioni europee hanno marciato ad un ritmo superiore, con il risultato che mentre le altre Regioni hanno guadagnato posizioni, quelle italiane ne hanno perse. Come ribaltare questa situazione? Le ricette si sono accavallate in questi anni tra le quali quella di Bankitalia.

I dati si riferiscono al: 2010-2016

Fonte: Dg Regio-Commissione europea

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