In Europa è in corso una guerra valutaria: euro vs dollaro

Solo il 4,6% dell’import britannico è in euro. Anche Irlanda Svezia e Danimarca lo snobbano

Quale valuta usano i Paesi europei quando commerciano con i Paesi extra Ue? I dati del grafico qui sopra si riferiscono all’intero anno solare 2016 e mostrano una certa concorrenza tra le due più importanti monete del mondo: l’euro e il dollaro.

L’import europeo

L’anno scorso circa la metà, il 49%, delle importazioni europee è stata scambiata in euro mentre solo un terzo è stata pagata in dollari. Il grafico mostra queste percentuali riferite ad ogni singolo Stato per quanto riguarda il solo import. Le percentuali si rovesciano quando si parla di beni esportati, i cui valori sono indicati nel grafico qui sotto.

Quando gli europei vendono, si fanno pagare in dollari nel 55% dei casi e in euro nel 34%. Naturalmente il fatto di scegliere dollari o euro dipende spessissimo dalla natura del bene commerciato. Ad esempio: l’85% di tutto il petrolio importato in Europa viene pagato ai Paesi produttori in dollari e questo spiega perché un Paese importa più in dollari che in euro: semplicemente perché è più dipendente dal petrolio rispetto ad un partner.

Invece il 54% dei prodotti primari non lavorati e il 50% delle imprese manifatturiere che producono beni destinati all’export, si fanno pagare in euro e questo indica una maggiore apertura al commercio extra-Ue di un Paese rispetto ad un altro. Naturalmente più un’economia è aperta al commercio internazionale maggiore sarà l’influenza che il tasso di cambio euro-dollaro avrà sul proprio volume di import/export. L’Italia, in particolare, usa molto il dollaro nelle sue importazioni: il 51,9% rispetto al 44,9% dell’euro.

La Gran Bretagna snobba l’euro

Circa due terzi dei beni importati sono pagati in euro in Slovenia, Lettonia e Slovacchia, circa il 55% in Austria, Croazia e Germania. A commerciare pochissimo con l’euro è la Gran Bretagna: appena il 4,6% delle sue importazioni sono denominate in euro rispetto al 67,5% dei beni denominati in dollari. Segno che i rapporti commerciali che intrattiene con i Paesi anglofoni, Stati Uniti soprattutto, sono infinitamente più intensi di quelli che intrattiene con i Paesi della Ue.

euro vs dollaro

E si vede anche se si considerano le esportazioni: appena il 3,2% dell’export britannico è denominato in euro rispetto al 35,6% del dollaro. Si tratta, quindi, di beni destinati in particolare alle importazioni Usa. La parte mancante per arrivare al 100% sono i beni denominati con la valuta locale, in questo caso la sterlina.

L’Italia preferisce l’euro

Per quanto riguarda in modo specifico l’export bisogna notare che 18 Paesi della Ue (su 28) hanno denominato i loro beni destinati all’estero in euro. La Slovacchia arriva all’81% e la Slovenia al 79% seguita dall’Italia che esporta verso partner che accettano l’euro il 71% delle proprie merci. Anche Irlanda, Svezia e Danimarca usano poco l’euro per le loro esportazioni: rispettivamente il 9%, il 17% e 21%. Anche Malta, un Paese molto legato al mondo anglosassone, esporta solo il 23% dei propri beni in euro.

I dati si riferiscono al: 2016

Fonte: Eurostat

Leggi anche: La Cina si compra l’Ungheria

Dove la benzina è più cara in Europa

Ti piace citare i numeri veri quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri e le ultime notizie; restare aggiornato sulle principali news (con dati rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.