Scommesse clandestine nel calcio, da dove vengono i soldi

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Su 50,7 miliardi scommessi, 15 sono frutto di puntate clandestine gestite dalla criminalità

I giudici che indagano sulla materia, compresi quelli italiani, lo sostengono da anni. Ora arriva anche il conforto dei numeri: più che una combutta tra alcuni calciatori e qualche malavitoso di mezza tacca («quattro sfigati» come ebbe a definirli l’ex presidente della Federcalcio Giancarlo Abete), le scommesse clandestine nel calcio e sulle competizioni sportive è un affare planetario e non solo italiano che pure vede periodicamente emergere scandali e mazzette.

Il business delle scommesse clandestine nel calcio

Certo: l’Italia ha visto diversi scandali colpire lo sport nazionale, il calcio. La più famosa inchiesta che ha riguardato il pallone italiano si chiama Calciopoli, che, in realtà, è la somma di ben tre inchieste iniziate nel 2006 che hanno portato sul registro degli indagati decine di persone dei più blasonati club italiani di serie A. Una vicenda che ricorda il clamore che suscitò l’inchiesta Totonero del 1980 che sfiorò perfino il bomber Paolo Rossi. Più recente (2015) è lo scandalo che ha colpito ben sei società della Lega Pro.

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Ma il business criminale delle scommesse sportive, non solo del calcio, quindi, non è “locale” ma è transnazionale e mescola le dinamiche del franchising con quelle dell’azzardo con epicentri finanziari lontano dai campi sportivi. Dove? Soprattutto in Asia.

Calcio scommesse, come ti combino la partita

Su un totale di 50,7 miliardi di euro scommessi sullo sport nel 2012, si calcola che almeno 15 siano il frutto di partite truccate, combinate nella maggior parte dei casi dalle stesse organizzazioni criminali che poi si occupano, attraverso la rete assai porosa delle società di betting con base nel Sudest asiatico, negli stati più permissivi degli Usa o direttamente nei paradisi fiscali, della riscossione e infine del riciclaggio.

I numeri sono indicati nel grafico ma per interpretarlo correttamente bisogna tener presente che la prima colonna a destra rappresenta la quantità di denaro delle scommesse clandestine passato attraverso luoghi fisici, la terza colonna indica la quantità di denaro scommesso illegalmente online e la colonna centrate rappresenta la somma delle due. Più è alta la banda e maggiore è la quantità di denaro in ballo.

Risultato: di questi 15 miliardi oltre la metà arrivano appunto dall’Asia e, in particolare, come si vede dal grafico, dalla Cina che tra mercato fisico e online – entrambi formalmente vietati nel Paese – muove quasi un ottavo del totale. Seguono, nell’ordine, Corea del Sud, Hong Kong, Giappone, India, Vietnam e Taiwan. Curiosamente nell’elenco non compare Singapore, che, secondo gli inquirenti di tutto il mondo, è la vera centrale mondiale del match fixing. Ma c’è una spiegazione: il grafico indica la provenienza dei capitali, non il luogo dove fisicamente vengono investiti. E la piccola città stato asiatica è semplicemente un hub di transito per somme in arrivo da altrove e successivamente reinvestite in loco.

Anche il Delware nello scandalo del calcio scommesse

Ma il fenomeno, come dicevamo, è globale. Gli Stati Uniti, in particolare Delaware e Nevada che vantano vincoli più morbidi in tema di tracciabilità dei proventi del gioco d’azzardo, sono secondi per guadagni in questa speciale classifica. Ma sono diversi anche gli Stati europei dai quali partono significativi flussi di scommesse clandestine, e in testa ci sono non a caso Italia e Germania (dove, come si vede, si scommette illegalmente solo online), dove fra il 2008 e il 2011 si sono concentrati la maggior parte degli scandali calcistici del vecchio continente.

I dati si riferiscono al: 2011

Fonte: Sorbonne-Icss

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