Crisi economica russa, perché Mosca rischia il default

I soldi per ripagare il debito estero sono stati usati per tamponare la crisi bancaria

Il 2015 e il 2016 saranno anni durissimi dal punto di vista finanziario per la Russia. Nel grafico è indicato l’ammontare, in miliardi di rubli, dei fondi che il Paese deve restituire ai propri creditori nei prossimi anni. Ce la farà? Ci sono dubbi.

La crisi economica russa

Nel 2014 Mosca ha vissuto una pericolosissima crisi bancaria aggravata dalle sanzioni internazionali per l’annessione della Crimea che ha portato ad un calo delle esportazioni di energia e al deprezzamento del rublo. Da primo marzo del 2014 ad oggi più di 90 banche russe sono state liquidate o la loro licenza è stata ritirata dalla banca centrale perché non presentavano più garanzie di solidità patrimoniale mentre una decina di grandi banche sono state ricapitalizzate per evitare il crack. Se la situazione di grave stress economico dovesse continuare, la banca centrale russa ritiene che 39 istituti potrebbero andare in crisi di liquidità.

Il buco delle banche russe

Per reagire a quella che ha tutta l’aria di essere una crisi simile a quella che ha colpito l’Occidente nel 2009-2010, la Russia ha usato i fondi che dovevano servire per ripagare il debito estero (Federal Reserve Fund): solo a febbraio 2015 sono stati iniettati nell’economia russa 500 miliardi di rubli provenienti da questo fondo che potrebbe essere chiamato a nuovi interventi nei prossimi mesi per evitare il tracollo finanziario della Russia e questo renderebbe molto difficile riuscire a ripagare il debito le cui rate più importanti cadono proprio nel 2015 e nel 2016.

I dati si riferiscono al: 2014-2036

Fonte: ministero delle Finanze russo

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