Adozioni internazionali, l’Italia è seconda al mondo

Abbiamo accolto 45.909 bambini in 18 anni. Più di noi solo gli Usa


La nostra infografica qui sopra mostra il numero di adozioni internazionali in alcuni Paesi occidentali nel periodo 2004-2020 raccolte dalla Newcastle University. Un fatto balza subito all’occhio: sono crollate di circa 7 volte in 18 anni. Tra le cause, probabilmente, sia la diminuzione delle coppie che vogliono un figlio sia i costi che devono sopportare per intraprendere la strada dell’adozione. Ma tutto questo non vale per le adozioni in Italia.

Le adozioni internazionali in Italia e in Usa

Il Paese che accoglie più bambini provenienti dall’estero sono gli Usa, anche se il trend è in diminuzione: nel 2004 ne erano arrivati 22.884, il 50,5% del totale mondiale, ma poi tale numero è sceso velocemente nel corso degli anni, fino ad arrivare ad appena 6.641 dieci anni dopo, nel 2014 e a 2.970 e 1.622 nel 2019 e 2020.

La sorpresa è che il secondo Paese con più adozioni internazionali, nel periodo 2004-2020, è l’Italia: in totale sono stati accolti 45.909 minori. Anche nel nostro caso, però, vi è stato un crollo nel tempo. Tra il 2004 e il 2010 il loro numero era stato stabile o in aumento, al punto che nel 2020 era stato toccato il record di 4.130 bambini giunti nel nostro Paese, ma dopo il calo è stato velocissimo. Nel 2019 sono stati solamente 1.205 e nel 2020 669. Abbiamo, per la sola Italia, anche i dati del 2021: ebbene, non c’è stata una vera ripresa post-pandemica, per la Commissione Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio queste sono rimaste pochissime, solo 680.

Ci sono poi Paesi che dieci anni fa accoglievano più bambini stranieri di noi, come la Spagna (5.541 nel 2004) ma ora ne adottano molti meno (solo 195 nel 2020), o la Francia in cui le adozioni internazionali sono scese nello stesso periodo da 4.079 a 244.

Chi fa più adozioni internazionali

Tra i primi 5 Paesi più accoglienti per minori stranieri vi è anche il Canada, dove nel 2019 e nel 2020 sono arrivati rispettivamente 576 e 416 bambini e ragazzi dall’estero. Da soli Usa, Italia, Spagna, Francia e Canada hanno raccolto dal 2004 323.235 adozioni internazionali su 382.456 registrate nei Paesi occidentali, quelli del “primo mondo”. Altri Paesi, pur ricchi e popolosi, come Germania e Regno Unito, hanno visto un numero minore di arrivi.

adozioni italia

Da dove arrivano i bambini adottati, Ucraina ai primi posti

Come è facile immaginare i cambiamenti economici e geopolitici influenzano molto i dati sulla provenienza dei minori oggetto delle adozioni internazionali. Storicamente sono giunti soprattutto da Paesi poveri e popolosi. Non è un caso che per lungo tempo, fino al 2019, la Cina è stata la primo posto tra questi, da essa sono arrivati in 89.636 in 17 anni, ma anche qui è evidente un netto calo dei numeri: se fino al 2006 uscivano dal Paese più di 10mila minori all’anno, nel 2019 si è scesi a 1.065, e nel 2020, complice il Covid, a 250.

Seguono Russia, Etiopia e Guatemala, e in tutti i casi è confermato il trend al ribasso, che invece è meno evidente nel caso di Colombia, Ucraina, Vietnam e India. Non a caso nel 2019 era la Colombia, dopo la Cina, il Paese di provenienza più importante, con 607 arrivi, seguita dall’India, con 545, e dall’Ucraina, con 365. Quest’ultima, nonostante ancora non fosse scoppiata la guerra, è addirittura balzata al primo posto nel 2020, in un contesto di forte frenata delle adozioni a causa della pandemia.

Adozioni in Italia: i bambini da Colombia, India e Ungheria

Abbiamo i dati relativi alle adozioni internazionali in Italia più recenti, quelle del 2021. La maggioranza relativa dei minori, 129, ovvero il 19% del totale, è arrivata dalla Colombia, mentre il 14,1% dall’India. Sempre forte è il flusso dall’Est Europa, visto che l’11,9% è giunto dall’Ungheria, il 6,9% dalla Bulgaria, mentre da Ucraina e Russia proveniva rispettivamente il 6,8% e il 5,9% del totale.

Mediamente i bambini avevano 6,7 anni, ma questo dato cambia molto in base, appunto, alla nazione di provenienza, visto che coloro che erano nati in alcuni Paesi latinoamericani, come il Brasile, tendevano ad essere un po’ più grandi, avendo 8 o 9 anni, mentre quelli giunti dalla Romania solo 5,3, e chi è arrivato dal Burundi solo 3,5. Anche gli ucraini avevano un’età maggiore della media, 8,5 anni.

Dato curioso, vi è una netta maggioranza dei maschi, che due anni fa erano il 59%, contro il 41% di femmine, tra i bambini oggetto di adozioni internazionali in Italia. In particolare quelli di sesso maschile erano più del 70% in particolare tra gli ucraini e i russi.

Come funzionano le adozioni in Italia

Il primo passo per iniziare il processo di adozione internazionale è quello di scegliere un’agenzia di adozioni internazionali accreditata. Queste agenzie saranno in grado di fornire informazioni sulla procedura, sui costi e sui requisiti necessari per l’adozione in un determinato paese. La scelta dell’agenzia è un passo importante, poiché le agenzie accreditate sono regolarmente monitorate e controllate dalle autorità competenti, e garantiscono un processo di adozione legale e sicuro.

Il secondo passo è quello di completare il processo di valutazione e approvazione da parte dell’agenzia. Questo processo prevede la presentazione di documentazione personale e medica, la partecipazione a incontri di formazione e di consulenza, e l’approvazione del proprio profilo da parte dell’agenzia. Questa fase è importante per garantire che i genitori adottivi siano pronti a diventare genitori di un minore adottato e siano in grado di gestire le sfide che possono presentarsi durante il processo di adozione e l’arrivo del minore in famiglia.

Quale Paese scegliere per cercare un bambino da adottare

Il terzo passo è quello di iniziare la ricerca di un minore da adottare. Questo processo prevede l’individuazione del paese di provenienza del minore, l’identificazione dell’agenzia locale che si occupa delle adozioni, e la presentazione del proprio profilo e dei propri requisiti. L’agenzia locale del paese di provenienza del minore sarà responsabile di identificare il minore adatto alla famiglia adottiva, di gestire il processo di adozione e di coordinare i dettagli del viaggio del minore e dell’arrivo in famiglia.

Il quarto passo è quello di ottenere tutti i permessi necessari per l’adozione, sia dal paese di origine del minore che dal proprio paese di residenza. Questi permessi comprendono i visti, le autorizzazioni delle autorità locali e le certificazioni di adozione. Il processo può richiedere tempo e risorse considerevoli, ma è importante per garantire che l’adozione sia legale e riconosciuta a livello internazionale. Infine, una volta completati tutti i passaggi, il minore sarà pronto per arrivare in famiglia. L’arrivo del minore può essere un’esperienza emozionante e impegnativa, ma con l’aiuto dell’agenzia di adozione, della famiglia adottiva e delle autorità locali, l’esperienza può essere un successo.

 

I dati si riferiscono al: 2004-2021
Fonti: HCCH, EPRS

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