Adozione in Italia: perché il meccanismo è inceppato

minori adottabili in Italia

Le richieste sono state 1.397, le offerte quasi 10mila. Il sistema giudiziario è troppo lento

In Italia ci sono più famiglie in lista d’attesa per adottare un figlio che minori da adottare, ecco i numeri. Per capire come mai la macchina delle adozioni si sia inceppata occorre prima di tutto verificare quanti sono i minori adottabili in Italia.

Quanti sono i minori adottabili in Italia

Nel 2014 (ultimi dati disponibili) i minori adottabili in Italia, secondo le dichiarazioni dei 29 Tribunali minorili, sono stati 1.397, di cui  278 sono stati abbandonati alla nascita. Le famiglie che si sono dichiarate disponibili ad adottare un figlio, lo stesso anno, sono risultate essere 9.657. Ciò significa che per ogni bambino dichiarato adottabile, ci sono 6,91 famiglie disponibili all’adozione. In pratica in Italia quindi il rapporto è stato di sette coppie di coniugi per ogni minore. Eppure ci sono molti bambini e adolescenti che ancora aspettano una famiglia. Come mai?

Primo ostacolo: i tempi d’attesa per un’adozione in Italia

Dal 2000 al 2014 i minori adottabili sono aumentati del 19,2% (225 bambini in più). Nello stesso tempo però le famiglie disposte ad adottare sono diminuite del 13,2% (scese da 11.126 a 9.657). E dire che solo nel 2006 era stato segnato un record arrivando a 16.538 famiglie disponibili all’adozione.

L’enorme domanda di adozioni nazionali continua a non incontrare l’offerta – se così si può dire – di minori adottabili a causa di un sistema che non riesce a tenere il ritmo delle richieste.

Come si fa ad adottare un bambino italiano

Per assegnare un minore ad una famiglia occorre una decisione del tribunale. Nel 2014 i decreti di idoneità sono stati 1.072, sostanzialmente lo stesso numero di 14 anni fa, quando ne erano stati concessi 1.078.

Dal 2003, come si vede nel grafico qui sotto, il numero di minori adottabili in Italia è rimasto superiore persino a quello delle adozioni giunte a compimento; il gap nel 2014 è arrivato a quota 325 unità. Pertanto, non solo ci sono più richieste che bambini da adottare, ma ci sono addirittura bambini adottabili che non vengono adottati. Ed è per questo che molte coppie, stremate dalla burocrazia, alla fine rinunciano al loro desiderio e, magari, ripiegano sulle adozioni a distanza.

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Adottare un bambino? Calano anche gli affidi

Sempre nel 2014, oltre alle adozioni, sono stati registrati anche 940 affidi pre-adottivi, ovvero quei periodi di prova iniziale. Si tratta di adozioni della durata di almeno un anno, sono decise dal tribunale durante il procedimento di adozione e sono dei periodi propedeutici all’adozione vera e propria.

Il dato degli affidi di questo tipo è in forte calo rispetto agli anni precedenti: nel 2013, infatti, gli affidi furono 1.126, nel 2012 furono 957 e nel 2011 furono 965.

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L’adozione del figlio del coniuge

Non ci sono solo i casi di adozione dei minori abbandonati, esistono anche altre altri casi particolari di adozione dei minori.  Si tratta ad esempio delle adozioni a favore di parenti, di single o delle adozioni di minori portatori di handicap. Anche in questi casi la macchina amministrativa non si è dimostrata in grado di rispondere alle domande provenienti dalla società.

Il grafico qui in basso è la rappresentazione di questa inadeguatezza. Nel 2014, infatti, sono state registrate 617 adozioni in casi particolari a fronte di 739 domande. In questa casistica rientrano anche le adozioni da parte di un coniuge che non è genitore biologico del minore. In Italia questa possibilità esiste già dal 1983.

Questa legge e questo articolo sono tornati all’attenzione del pubblico quando la legge Cirinnà voleva estendere il diritto di adozione del partner anche alle coppie unite civilmente e alle coppie omosessuali e lesbiche. La polemica sollevata la riforma si è spenta solo quando questo capitolo è stato stralciato.

Il caso delle adozioni gay

Nonostante la discussione pubblica, alcune sentenze hanno permesso che queste adozioni avvenissero anche in caso di coppie formate da due gay o due lesbiche. Questo è stato possibile solo in virtù del principio del bene superiore del minore.

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Quante sono le adozioni internazionali

In tema di adozioni internazionali, invece, le domande sono state 3.857 nel 2014. L’iter per questo tipo di richieste, fino a un certo punto, è lo stesso seguito dalle domande nazionali, poi divergono. L’accettazione delle adozioni nazionali infatti determina la rinuncia di quelle internazionali e viceversa.

Anche se è quasi impossibile stabilire quanti bambini siano effettivamente adottabili nel mondo, è sicuro che le decisioni dei tribunali sono state, anche in questo caso, inferiori alle richieste. In particolare, come si vede dal grafico qui sotto, i decreti di idoneità all’adozione di minori stranieri sono stati 3.141, le adozioni concluse 1.969 e gli affidi pre-adottivi 75.

I numeri mostrano quindi come anche per le adozioni internazionali in Italia c’è stata una differenza importante tra famiglie disponibili e idonee all’adozione e bambini affidati. Per la precisione ci sono state 1.888 coppie di coniugi per le quali quel figlio tanto atteso non è arrivato.Adozioni internazionali

Quanto tempo serve per adottare un bambino?

I tempi medi necessari per  concludere un’adozione nazionale, dal momento della deposizione della domanda, sono intorno ai 12-14 mesi. Vi sembrano lunghi? Per  le adozioni internazionali possono volerci fino a 3 anni. E i tempi non sono assolutamente legati al luogo di provenienza del minore.

Gli italiani risultano adottare spesso bambini nati in Congo, Ucraina, Bolivia, Bielorussia, ad Haiti, in Kenya e Moldavia.

Una volta concluso l’iter e portato in Italia, il bambino straniero non si corre più alcun rischio di venir sottratto alla nuova famiglia. Diverso è il discorso per i minori adottabili in Italia, la possibilità di un distacco dalla famiglia adottiva infatti è come una spada di Damocle. Durante il periodo di collocamento provvisorio in attesa dell’affidamento pre-adottivo ci possono essere diversi motivi che porterebbero ad una interruzione del percorso. Se invece in questo lasso di tempo non si fanno vivi parenti (fino al quarto grado) parte l’affido pre-adottivo, che durerà minimo un anno (ma può essere prolungato per un altro anno), allora la strada per l’adozione può giungere a compimento.

Quanto costa una pratica di adozione

Lo spauracchio per molte famiglie, tuttavia, è rappresentato dal fatto che la domanda di adozione ha valore di tre anni dalla data di presentazione. Per quanto riguarda i costi, invece, l’adozione nazionale è gratuita, mentre quella internazionale costa migliaia di euro. Le tariffe variano moltissimo, si va dai mille-2 mila euro a 5 mila o 7 mila euro, si può anche arrivare a 11 mila euro, cifra che occorre, ad esempio per adottare un bambino del Nepal.

Minori adottabili in Italia: quelli che falliscono

Oltre al problema della differenza tra il numero di sentenze che ogni anno giungono a dichiarare adottabile un minore, sia esso italiano o straniero, e il numero (maggiore) delle famiglie disponibili ad adottare, c’è anche il problema dei cosiddetti “fallimenti adottivi”. Secondo il Garante per l’infanzia, “sono in aumento” e riportano il minore a “ritornare in comunità”. In queste strutture sono ospitati, secondo i dati al 31/12/2010 del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, 14.781 minori, il 6,5% dei quali, stimabili in 1.900 soggetti, è stato dichiarato adottabile.

Non sorprende, dunque, che le associazioni delle famiglie adottive continuino a chiedere  la modifica del ruolo dei tribunali per i minori adottabili in Italia e l’abolizione delle sentenze di idoneità, lo snellimento dei tempi e la riduzione dei costi. Tra le richieste ci sono anche dei percorsi di accompagnamento delle coppie, la cancellazione del cosiddetto affido “sine die” e la creazione di una banca dati nazionale. Tutte promesse più volte declamate in Italia, ma mai realizzate.

I dati si riferiscono al: 2000-2014
Fonte: Dipartimento di Giustizia Minorile

* I dati del solo tribunale di Milano per i minorenni relativi all’anno 2014 comprendono il primo semestre, mentre non sono disponibili i dati del secondo.

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